L'UMILTA' DI UN GRANDE
- Sharon e Attilio
- 8 nov 2021
- Tempo di lettura: 3 min
- Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond’io nudriva ’l core in sul mio primo giovenile errore quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,
del vario stile in ch’io piango et ragiono fra le vane speranze e ’l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono.
Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno;
et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto, e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno. -
Quello trascritto sopra è il primo brano della raccolta delle poesie in lingua italiana composte da Francesco Petrarca (che sono per lo più sonetti, ma l'opera include anche canzoni e altri tipi di componimenti poetici): abitualmente tale raccolta viene denominata "Canzoniere" (ma potremmo anche appellarla "Rime", come per altri autori). In realtà, il titolo dato dal poeta stesso all'insieme dei propri versi in lingua volgare (cioè in Italiano, ancora percepito come il Latino del popolo) è questo: "RERUM VULGARIUM FRAGMENTA", un'espressione latina che significa "frammenti di cose in volgare". Perciò Petrarca considera le sue poesie come tanti pezzetti frammentari scritti nella lingua del popolo. Del resto, nel primo verso del sonetto riportato sopra, lo scrittore definisce i propri componimenti come "rime sparse". Petrarca può essere considerato il fondatore dell'Umanesimo, un movimento culturale che vuole studiare attentamente i testi scritti del mondo classico greco e, soprattutto, latino, allo scopo di usarli come modelli. E Francesco scrive prevalentemente in Latino; ciò nonostante, cura per tutta la vita le proprie "rime" in volgare e le rende pubbliche. Si badi che si conserva ancora un originale di queste poesie, scritto di proprio pugno da Petrarca. Ma il nome alla raccolta lo ha dato in Latino. La poesia collocata per prima non ha titolo, e neppure le altre 365 del libro. Per diversi secoli, i poeti italiani non hanno conferito un titolo alle proprie più o meno brevi liriche: queste, nelle moderne antologie, vengono denominate con il loro primo verso. Il brano di cui qui trattiamo viene perciò chiamato "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono". Questo sonetto (costituito quindi da due quartine e due terzine) fu dunque collocato dal poeta come brano introduttivo di tutta la raccolta. In esso, Petrarca ricorda i suoi passati errori, se ne pente e chiede perdono. Il suo sbaglio è stato quello di inseguire un amore impossibile e che a nulla avrebbe potuto condurre (un amore per la donna che egli chiama Laura, sposata con un altro uomo). Il poeta ammette pubblicamente di essere stato la favola di tutti e di essere andato dietro a qualcosa di vano. Il grande Petrarca, l'uomo ammirato e celebrato in Europa, che le città di Roma e di Parigi desiderarono incoronare per i suoi meriti poetici, questa persona così stimata, afferma -dunque- davanti a tutti i suoi lettori, umilmente, che ha sbagliato molto, che si vergogna di ciò e che se ne pente. Le poesie petrarchesche si aprono con una ammissione di colpa. Adesso una annotazione a proposito di Laura: noi pensiamo che forse il vero nome di quella donna non sia questo usato dal poeta, e che l'appellativo "Laura" (oltre a indicare pure l'alloro poetico) potrebbe essere un cosiddetto "senhal", cioè un soprannome, meglio ancora uno pseudonimo, scelto dallo scrittore per chiamare la persona amata senza farla riconoscere dai lettori, così da non esporla alle maldicenze. Questo impiego del senhal era in uso presso i poeti della Provenza (la Francia meridionale) che, in lingua d'Oc, cantavano i propri sentimenti amorosi. Il "Canzoniere" petrarchesco divenne esempio per i poeti, non solo italiani, dei secoli seguenti, nonché modello linguistico quando sorse la cosiddetta "Questione della lingua", cioè il dibattito su quale tipo di volgare italiano usare in letteratura.
{Nella foto è riprodotta una immagine che ritrae Francesco Petrarca}
Attilio Leone
Sharon Buffone

Comments