UNA FASCINOSA DEDICA IN VERSI
- Sharon e Attilio
- 12 nov 2021
- Tempo di lettura: 2 min
La foto che accompagna il presente articolo riproduce la rocca di Acicastello (o Aci Castello, come ufficialmente è denominato quel Comune), e nel riquadro contiene l'immagine di una breve poesia che è incisa su una lapide posta sulla facciata del Municipio di quella cittadina di mare a metà strada fra Catania e Acireale. La foto è tratta dal sito "mimmorapisarda.it". Il componimento, intitolato semplicemente "Acicastello", recita così (le sbarrette separano i versi): - Aci il pastore... amava Galatea / Con una rada si protende al mare / Il pescatore ogni artificio crea: / Con barche, lenze ed ami per pescare / Affronta l'onda dolce e la marea / Tuffi... bagnanti e sub in apnea / E ville che colorano le sciare, / La preminenza sul maniero avea; / Luci d'insegne e lumi di lampare / Ornate il cielo e date brio al mare! - Segue l'indicazione dell'anno (1983) e del nome dell'autore (Pietro Bruno). Come si può notare, il testo si compone di dieci versi ed è rimato: si ripetono la rima "-ea" e la rima "-are", a volte in forma alternata, a volte in forma baciata. I versi si presentano come endecasillabi (benché nel verso 6 sia difficile riconoscere undici sillabe, ma anche se fossero dieci ciò non nuoce al ritmo complessivo del brano). Quanto all'autore, su Internet si trovano almeno tre poeti che portano il nome di Pietro Bruno, ma uno non è siciliano e un altro è messinese, quindi non proprio vicino ad Acicastello, e per di più i suoi versi, riportati nei siti, sono liberi, vale a dire di lunghezza variabile e privi di rima, quindi secondo lo stile metrico tipico del Novecento italiano: per nulla simili alla metrica tradizionale impiegata nella lapide di cui trattiamo. Rimane un terzo Pietro Bruno, catanese nonché poeta in dialetto e in lingua, romanziere, divulgatore, saggista, studioso di Storia e di Antropologia, del quale si trovano notizie nel sito "ilprismatico.it". Con ogni probabilità è lui l'autore di tale fascinosa dedica in versi alla cittadina castellese. Analizziamo il testo della poesia. Essa si compone di frasi giustapposte, dunque messe le une di seguito alle altre, talvolta in continuità logica, ma talora senza legame, con un salto mentale da un'immagine all'altra. Il poeta sovrappone dei flash riferiti ad Acicastello: il mito di Galatea e Aci, la posizione geografica, i pescatori con i loro attrezzi e le loro imbarcazioni, il mare, i bagnanti, le ville, il castello, e infine l'esortazione alle insegne luminose e alle luci delle barche perché diano lustro al cielo e al mare. Pochi versi, ma densi di immagini forti che si imprimono in maniera indelebile nella mente di chi legge questa poesia.
Sharon Buffone
Attilio Leone

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